Il nuovo singolo di Sonny and the Stork esplora le fragilità, le eredità emotive e la precarietà della vita. Tra chitarre e testi evocativi, “Congenita” ci accompagna dentro un labirinto esistenziale dove perdersi diventa l’unico modo per ritrovarsi, con suoni che graffiano e abbracciano.
Bentrovati, ragazzi. Se doveste descrivere “Congenita” con tre parole, quali sarebbero?
Buongiorno a voi e grazie per l’opportunità.
Sicuramente la prima parola che può descrivere “Congenita” è CAMBIAMENTO, la consapevolezza del vivere in un mondo regolato da un’ entropia inevitabile, La seconda parola è ORIGINI, in quanto rappresenta una riflessione sulle nostre radici e su quanto influiscano sul nostro modo di crescere e affrontare la vita. L’ultimo termine è SURFARE, dato che per sopravvivere bisogna imparare a cogliere l’attimo e a cavalcare l’onda.
C’è un verso del brano che vorreste portare all’attenzione del pubblico?
“Ogni uomo è un fiume, che rincorre il suo mare”.
Tutto ciò che ci spetta è ad un istante da noi, pronto per essere vissuto e nessuno può sapere come andrà a finire, un’eterna rincorsa verso il compimento di noi stessi, la vita.
Avete concepito la canzone come una sorta di “viaggio emotivo e riflessivo”?
Assolutamente sì, è una riflessione sul proprio ruolo e il proprio essere vivi in mezzo al tutto dove il tutto, è maggiore della somma delle parti, nel bene e nel male.
Salutate il vostro pubblico!
Ringraziamo tutti quelli che hanno prestato i padiglioni auricolari al nostro operato e confidiamo in quelli che ancora non l’ hanno fatto. D’altronde nessuno può sapere come andrà a finire.