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Firenze e il suo Risanamento: Filippo Guarino canta “A vita nuova restituito”

Nel nuovo singolo, il cantautore intreccia emozioni, personaggi storici e invenzione narrativa per denunciare gli effetti del turismo di massa. Una canzone che alterna malinconia e denuncia, mantenendo viva l’anima fiorentina e accendendo i riflettori su un tema più che mai attuale.

Un caro saluto a te, Filippo. Come hai scelto il titolo “A vita nuova restituito”? Qual è il legame con la scritta sull’arco di Piazza della Repubblica?

Un saluto a voi! Ho scelto il titolo proprio perché è il terzo rigo della frase riportata in cima all’arco e che riassume perfettamente tutta la storia del Risanamento di Firenze, citata e, in un certo senso, narrata nella canzone.

Come mai hai deciso di citare Jarro e Giuseppe Poggi?

Ho deciso di citarli perché, a parer mio, c’è troppa disinformazione riguardo a questi due personaggi storici.

Jarro, all’anagrafe Giulio Piccini, fu un giornalista e scrittore e fu il primo, a metà Ottocento circa, a denunciare le cattive condizioni (esagerandole anche parecchio) in cui versavano diverse zone del centro di Firenze, in particolar modo il quartiere del “Mercato Vecchio”. Se si leggono i suoi scritti sull’argomento appare lampante come il suo punto di vista sulla questione sia quello di un borghese,  per niente oggettivo (anche se questo punto l’ha spiegato molto meglio di me Fabrizio de André nei versi finali de “La città vecchia”…). Ecco perché mi riferisco a lui come “voi che avete scritto tanto circa queste vie | solo di malviventi ed atroci malattie”.

Giuseppe Poggi, al contrario, è colui che, ancora oggi, viene accusato di aver distrutto l’antico centro della città e che, invece, non fece nulla di nulla (anzi, si schierò sempre apertamente contro le demolizioni). Certo, a lui si deve la demolizione di gran parte della cinta muraria medievale di Firenze ma ci tengo a precisare che nemmeno quella fu una sua idea ma era nei piani del Comune (che lui fu tenuto a eseguire). A lui ho dedicato il secondo ritornello, apostrofandolo come “l’architetto dei verdi poggi” e “voi che siete tra coloro ostinati a preservare”.

Che suggestioni evocano gli strumenti utilizzati?

Ho voluto creare un’atmosfera malinconica ma non troppo triste, per questo ho usato l’oboe come strumento principale: ha un suono molto caldo che contrasta con i sintetizzatori e con il pianoforte, a cui ho voluto dare una sonorità più “fredda”. La chitarra acustica, presente in tutto il brano, ha di per sé una sonorità calda ma, sempre accompagnata dai sintetizzatori, accentua l’atmosfera malinconica.

Nei tuoi brani, qual è il confine tra realtà e fantasia?

Nella scrittura dei testi tendo sempre ad ispirarmi a fatti della storia fiorentina realmente accaduti, quindi diciamo che c’è molta “realtà” da questo punto di vista.

In molti casi uso i fatti storici come sfondo per narrare una storia di mia invenzione, come ho fatto per “A vita nuova restituito” e il brano ad esso collegato, “Mercato Vecchio”. In questo caso, la storia della piccola Iris cresciuta nei vecchi vicoli medievali è puramente inventata, mentre sullo sfondo c’è la storia del Risanamento, realmente accaduta.

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