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Il blues non è morto: vive a Ouagadougou e in un sottoscala italiano

Il nuovo singolo delle Bande Rumorose in A1 riattualizza la figura di Thomas Sankara attraverso un blues poetico e disilluso.

In un’epoca dominata da hit effimere e testi da social media, le Bande Rumorose in A1 sfoderano un brano che è l’opposto di tutto ciò: “Thomas Sankara”. Il singolo, che anticipa l’album “Gli inquilini del sottoscala”, è una riflessione politica e poetica su uno dei leader più puri e scomodi del Novecento africano.

Bosco e Molina scelgono il linguaggio del blues come veicolo di resistenza. Niente sovrastrutture, niente autocelebrazione: solo voce, basso e qualche pennellata elettrica. Il risultato è un paesaggio sonoro cupo, notturno, attraversato da parole che raccontano, spiegano, invocano.

Il testo è costruito con cura, evitando ogni retorica. Si citano scelte emblematiche come l’auto modesta, l’antimperialismo, l’emancipazione. Ma c’è anche spazio per l’amarezza: la consapevolezza che Sankara è stato tradito, eliminato, eppure mai dimenticato.

“Thomas Sankara” è più di un brano musicale. È una lezione di storia in musica, ma anche una dichiarazione di intenti. Le Bande Rumorose in A1 ci dicono che si può ancora scrivere canzoni che abbiano un peso, una memoria, una posizione.

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