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INTERVISTA- Oissela trasforma il caos in musica con “Baby”

Classe 2003, sangue rap e cuore in frantumi, Oissela racconta l’anatomia di una relazione tossica senza censure. “Baby” è un brano tagliente e sincero, nato per restare. Qui, l’artista parla di verità, consapevolezza e di come la sua musica sia una terapia che suona sempre personale.

 

“Baby” ha una tensione costante tra rabbia e malinconia. Come hai trovato l’equilibrio tra queste due emozioni?

Bella ragazzi, grazie prima di tutto per avermi invitato.

L’equilibrio perfetto? Credo che nessuno lo troverà mai davvero. Io lo sto ancora cercando, con la speranza di riuscirci — anche se so che probabilmente non esiste.

Ma sai, il solo pensiero di questa ricerca mi stuzzica, quindi continuerò ad aspettare e a godermi il viaggio.

Ti definisci un artista che non cerca scorciatoie. Qual è la cosa che rifiuti con più decisione nel mondo musicale?

La cosa che rifiuto con più decisione nel mondo musicale?

Non sopporto chi cerca il successo facile, quello costruito su finte relazioni, buzz momentanei o copia-incolla di mode già viste.

Per me l’arte è sacrificio, è verità, è metterci anima e sudore ogni giorno.

Se non sei disposto a fare quel lavoro autentico, allora stai solo ingannando te stesso e chi ti ascolta.

Quanto di te c’è ancora oggi in quello che hai scritto quella sera d’ottobre?

Quella sera d’ottobre c’ero io, con tutte le mie emozioni crude e senza filtri.

Ancora oggi, quando riascolto quei versi, sento la stessa verità, la stessa rabbia, la stessa vulnerabilità.

Certo, sono cambiato, cresciuto, ma dentro resta quella parte pura che mi ha spinto a mettere tutto su carta.

È come un pezzo di me congelato nel tempo, che continua a vivere ogni volta che qualcuno lo ascolta.

Nella scena italiana, chi senti più vicino a livello di scrittura o approccio?

Io sono cresciuto con i pilastri del rap italiano ma se dovessi citarne uno direi Lazza. Perché penso che siamo molto simili a livello di tutto quello che mettiamo nel pezzo non solo rime non solo flow non solo barre… noi ci mettiamo tutto il cuore

Che ruolo ha per te il dolore nella creazione artistica?

Io sono cresciuto con i pilastri del rap italiano, ma se devo citarne uno dico Lazza.

Non solo per il modo in cui costruisce rime o flow, ma perché penso che siamo simili nel mettere tutto quello che abbiamo nel pezzo.

Non è solo tecnica, è il cuore che mettiamo in ogni barra, in ogni parola. È quella energia vera che rende la musica autentica.

Dopo “Baby”, senti di aver chiuso un capitolo o di averne appena aperto uno?

Ne ho aperto uno, e non è roba da poco…

Preparatevi, perché quello che arriva spacca tutto.

Chi pensava di avermi già visto, si sbaglia di grosso — sto per cambiare le regole del gioco.

Non sono qui per partecipare, sono qui per dominare.

E quando arriverò, non lascerò niente in piedi: solo silenzio e rispetto.

 

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