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Samuele Michero racconta la normalità che fa male in “Cliché”

Tra parole sospese, frasi che feriscono e silenzi pieni di significato, “Cliché” è una canzone che tocca corde comuni con sguardo disilluso ma empatico. Samuele Michero riflette su ciò che siamo diventati nelle relazioni e su quanto sia complicato riconoscere — e accettare — la fine.

 

Un caro saluto a te, Samuele. Se dovessi descrivere il singolo “Cliché” con tre parole, quali sarebbero?

malinconia, consapevolezza, serenità.

Hai scritto il brano per chi vive la stessa situazione o per chi ne è appena uscito?

Ho scritto un brano per tutte quelle persone che non danno il giusto valore ai gesti che le persone compiono attorno a loro, o per loro.

Secondo te, oggi sappiamo ancora distinguere l’amore autentico dall’abitudine?

Secondo me c’è una confusione generale a livello relazionale, ed emozionale. Questa cosa la noto soprattutto nella mia generazione. Non c’è più rispetto, noto un’ individualismo spaventoso. Ma soprattutto un disimpegno totale quasi come se per gli altri sia tutto dovuto quando in realtà non hanno fatto nulla per meritarsi ciò che hanno.

Cosa cerchi in una canzone quando la scrivi: verità, bellezza, impatto?

Cerco l’autenticità canora e autorale.

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