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Con “Non Voglio Più Dimenticare” Calicò racconta la vita attraverso le crepe della memoria

Un titolo che è già una dichiarazione d’intenti. Calicò ci guida nella mente di chi cerca di non smarrirsi, tra ricordi che sfumano e legami che resistono. Il brano è il secondo capitolo di un percorso artistico che unisce cantautorato, narrazione e verità emotive non sempre comode.

 

Un caro saluto a te, Calicò. C’è un verso di “Non Voglio Più Dimenticare” che vorresti portare all’attenzione del pubblico?

Un saluto a te, sono felicissimo di esseri qui.

Beh c’è una parte che secondo me racchiude tutti i sogni di ciò che volevo esprimere.

“Non voglio andare a dormire, Non voglio più dimenticare, i sacrifici fatti insieme per creare questo focolare, Queste mura, amore, come sono ingiallite, Quasi quasi ora mi alzo, ridipingo, Scegli il colore amore mio, pensaci bene, Fai con calma, che ora di alzarmi dal letto non riesco, ma vedrai che domani sarà diverso”

Ecco, questa parte qui racchiude la paura di dimenticare, i sacrifici fatti nella vita, la decadenza nel tempo di ciò che si è creato, così come la propria saluta, la voglia mentale per sistemarle, la fatica fisica che te lo impedisce, la speranza che però domani le cose possano cambiare.

Racchiude un po’ tutte le fasi secondo me.

Il brano fa parte di un progetto più ampio, nato come fumetto: puoi raccontarci di più su questa origine?

Quando è nata la storia di “non voglio più dimenticare” l’idea era quella di creare una serie di albi a fumetti che avessero come tema principale situazioni che accadono comunemente, purtroppo, nella vita, e di raccontarle dalla prospettiva di chi le vive.

Inizialmente l’idea era quella di far incontrare i diversi protagonisti in situazioni comuni e quotidiane, come la fila alle poste, incrociarsi per strada…per poi scendere nel dettaglio della vita del protagonista ed affrontare temi che sembrano lontanissimi, come quello della malattia in questo caso, e che invece sono purtroppo estremamente diffusi.

Poi le diverse storie, come quelle di “lei e le sue rose” e “non voglio più dimenticare”, ma anche altre, sono state separate, trasformate e rielaborate.

Quanto ti affascina l’idea di raccontare emozioni con una struttura narrativa, quasi cinematografica?

Quando scrivo tendo molto a raccontare le cose in modo quasi narrativo, mi piace l’idea di raccontare una storia che si sviluppa verso dopo verso, un po’ come un racconto, aggiungere un piccolo mattoncino parola dopo parola per poi arrivare finalmente ad avere un quadro completo sul finale.

Qual è stata l’emozione dominante mentre scrivevi il brano: rabbia, dolcezza, malinconia?

Tanta tanta tristezza, in alcuni punti non sono riuscito a non commuovermi. Ed anche molta paura, l’idea che possa capitare ad uno dei miei genitori mi terrorizza.

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