Dietro un tempo musicale svelto si nasconde un’anima rallentata, piena di dubbi e consapevolezze. Il nuovo brano di Labinero è un racconto sul lasciare senza rancore, senza urla, solo con dignità. Una storia in musica che parla di amore adulto, di scelte difficili e di silenzi che contano.
Se dovessi portare all’attenzione del pubblico un verso di “Com’è difficile”, quale sarebbe?
“Sai che stai per infliggere un dolore, solo per stare bene, e ti senti un egoista.” Credo che sia il cuore del brano. In quella frase c’è tutta la complessità di certe scelte: quando decidi di lasciare non perché non provi più nulla, ma perché devi salvare te stesso. Eppure non riesci a liberarti del senso di colpa. È un verso semplice ma, per chi ci è passato, è una pugnalata lucida.
Il tempo è “svelto”, ma l’anima rallentata: è un contrasto voluto per rappresentare il conflitto interno?
Assolutamente sì. Viviamo vite frenetiche, piene di decisioni da prendere in fretta. Ma dentro, spesso, siamo indietro. È come se il corpo fosse avanti e l’anima zoppicasse dietro, ancora ferma a quel momento in cui qualcosa si è rotto. Quel contrasto tra fuori e dentro, tra il tempo che corre e il cuore che resta indietro, è uno dei grandi conflitti della nostra epoca. E lo vivo anch’io, ogni giorno.
C’è un messaggio che speri arrivi a chi ascolta “Com’è difficile”?
Sì. Vorrei che chi ascolta capisse che non c’è vergogna nel fare fatica. Che anche chi lascia può soffrire. E che ogni scelta, se fatta con onestà, ha diritto di esistere. Non tutte le storie finiscono con un colpevole e un innocente. A volte finiscono e basta, e va accettato. Con dolore, ma anche con dignità.
Quali sonorità ti hanno ispirato?
Volevo qualcosa che non urlasse. Che accompagnasse il testo senza sovrastarlo. Le sonorità sono essenziali, intime, un po’ sospese. C’è un’anima acustica che si intreccia a qualche sfumatura più cinematografica. Mi hanno ispirato i cantautori che sanno lasciare spazio al silenzio tra le parole: quelli che non hanno bisogno di alzare la voce per farsi sentire.