Con un arrangiamento brillante e dettagli visionari, Carlo Audino racconta un amore acerbo che lascia il segno. Il suo “Sogno d’amore” è un diario emotivo tradotto in musica, tra influenze vintage e una sensibilità senza tempo. Una fuga dal passato che vibra nel presente.
“Sogno d’amore” è anche un viaggio visivo, sonoro ed emotivo. Qual è l’elemento che senti più tuo in questo progetto?
Il coinvolgimento di “Sogno d’amore”, oltre che nel testo e la musica, é proprio nell’arrangiamento incalzante, con ritmo cardiaco nell’inciso, e con affanno polmonare nelle strofe. Emozionante anche lo stop di fine strofa, come a trattenere il respiro per un istante prima di riprendere la corsa.
Cosa ti ha spinto a usare l’intelligenza artificiale per realizzare il video? È una scelta solo creativa o anche comunicativa?
Prima di tutto, considerando gli astronomici prezzi richiesti per la realizzazione di video clip, la scelta di usare l’IA é di natura economica. A livello creativo con l’IA si possono realizzare scene che diversamente sarebbe impossibile girare.
Quanto conta il passato nella tua scrittura? E quanto invece cerchi di restare nel presente?
Nella mia scrittura ció che conta é il presente e qualche volta la sua proiezione nel futuro. Per quanto mi sforzi non trovo alcuna canzone in cui si parli del mio passato, tranne “Lady Laura” che parla proprio al passato, ma é un caso isolato. Anche in “Sogno d’amore” si parla del presente e del mancato futuro dovuto al diniego della bellissima amica a cui abbiamo confidato il nostro amore.
C’è un verso del brano che senti ancora oggi come uno specchio fedele del tuo modo di amare?
Sicuramente il verso “Per svegliarci la mattina […], per cercare di capire quello che ci accadrá fuori” rispecchia pienamente il mio modo di amare a 360 gradi: si fa tutto insieme e si decide insieme in quale direzione dirigere la nostra barca. Tutte le gioie e tutti i problemi vengono godute ed affrontati insieme.
Che rapporto hai con la vulnerabilità? Nella tua musica sembra essere un punto di forza.
Noi tutti, come Achille, abbiamo sempre un punto piú debole e delicato su cui siamo vulnerabili. Quando si ama si é quasi totalmente vulnerabili verso la persona amata, ci si affida quasi totalmente. In “Sogno d’amore” la bellissima donna é mia amica ma ho la necessitá di uscire dalla friend zone perché sento di amarla fin nel profondo del cuore. In questo momento sono vulnerabilissimo. Lei reagisce nel modo peggiore: non solo non mi ricambia l’amore ma mi impone di non cercarla mai piú in quanto la nostra amicizia ormai é troppo compromessa da questo nuovo sentimento. In tutto questo cambio di regime la mia vulnerabilitá viene fuori e l’unica soluzione visibile ai miei occhi é quella di fuggire, fuggire lontano.
Qual è il sogno che ancora non hai realizzato, musicalmente o umanamente?
Il mio sogno musicale é quello che hanno tutti gli autori squattrinati come me: avere un séguito piú o meno nutrito. Mi piacerebbe essere invitato ad eseguire i miei brani, magari per eventi di interesse sociale, e cantare davanti ad un pubblico che percepisce esattamente quello che sto dicendo. Si, é un sogno.