Un’ispirazione quotidiana, un passo saltellante, una melodia contagiosa: così prende vita “Bouncy Dance”, nuovo singolo di Prem Gandharv. Artista poliedrico, tra sinfonie e groove elettronici, racconta una visione musicale fatta di stupore, contaminazioni e sogni ambiziosi. Come un’orchestra che vibra su una scala di casa.
Prem Gandharv, com’è nato il titolo di Bouncy Dance?
Semplicemente dal fatto che quando ho avuto l’intuizione di comporta stavo scendendo le scale di casa con il mio solito modo quando ho una buona giornata e sono di buon umore, ovvero leggermente saltellando (bouncy) di gradino in gradino.
La quotidianità risulta essere una grande fonte d’ispirazione per te? Perché?
In realtà no, ovvero: solo nel caso di Bouncy Dance ho avuto l’intuizione dall’osservazione di un determinato momento mentre solitamente la fonte d’ispirazione per le mie composizioni risiede nella mia fantasia o nel contattare determinati stati d’animo.
Com’è nata la tua passione per la Musica?
Da bambino ero affascinato dalla batteria, vista e ascoltata la prima volta in una festa di piazza, iniziai a suonarla a 7 anni e da li è stato un crescendo. Mi piacevano molto i dischi dei miei genitori con i quali mi esercitavo a suonare in sincrono: Celentano, Don Backi, colonna sonora di Grease, Battisti per poi passare agli artisti scelti d me: Rondò Veneziano, Jethro Tull, Pink Floyd, Dire Straits, Joe Crocker, Queen, Gun’s and Roses. Però quando poi ho scoperto anche i grandi autori di musica sinfonica la mia bocca si spalancò per lo stupore e il mio linguaggio di autore musicale deve proprio a questa ricchezza di ascolti la sua poliedricità.
Stai pensando di esibiti dal vivo?
Sarebbe molto bello e sicuramente uno spettacolo con le miei musiche sarebbe un’esperienza davvero immersiva e ricca di momenti estremamente diversi fra loro. In realtà ci vorrebbero molte persone sul palco (un’orchestra da camera, una rock band, un ensemble di percussionisti africani e indiani, sezioni fiati, coro ecc..) e io mi vedrei più precisamente come il direttore sul podio piuttosto che come esecutore. Insomma un sogno importante, hahaha.