La voce si fa fragile, i versi si aprono come ferite. Il nuovo singolo è un viaggio sonoro attraverso abbandoni e riscoperte, con un ritornello che parla di accoglienza e reciprocità. Raistlin e Manuel firmano un inno alla vulnerabilità, con la sincerità come unica regola.
Come si è evoluto il tuo rapporto con la scrittura da quando hai iniziato a fare musica? La musica mi ha insegnato l’economia delle parole. In una canzone ogni sillaba conta. Ho imparato a distillare le emozioni, a cercare l’immagine perfetta invece di perdermi in giri di parole. È diventata più diretta, più viscerale.
In che modo la tua formazione letteraria e scientifica si intreccia con la tua produzione musicale?
La letteratura mi dà le immagini – Escher, i monaci, le metafore. La scienza mi dà la struttura, l’analisi, la precisione. Quando scrivo, uso entrambe: il cuore del poeta e l’armonia della matematica. È un equilibrio che mi definisce.
Hai scelto una produzione molto intima. È stato più un atto di coraggio o di verità?
Di necessità, direi. Non potevo raccontare questa storia urlando. Servivano sussurri, spazi vuoti, respiri. Il coraggio è venuto dopo, quando ho capito quanto mi stavo esponendo. Ma la verità non ti chiede il permesso.
Quanto è stato importante per te collaborare con altri artisti per portare a compimento questo brano?
Essenziale. Da solo avrei probabilmente tenuto tutto dentro. SandroEgo ha capito subito dove volevo andare sonoramente. Manuel ha dato voce a emozioni che io potevo solo scrivere. È stata una condivisione di vulnerabilità che ha reso il brano quello che è.
Se questo brano fosse un luogo fisico, quale sarebbe?
Una stanza vuota con una finestra aperta all’alba. C’è ancora l’eco del dolore nei muri, ma entra luce nuova. Non è ancora giorno pieno, ma non è più notte. È quel momento sospeso dove tutto può ricominciare.
Qual è il prossimo passo che sogni per il tuo progetto musicale?
Vorrei creare un album concept sulla rinascita in tutte le sue forme. Esplorare altri generi, collaborare con artisti che hanno storie da raccontare. Ma soprattutto, voglio restare fedele a questa sincerità che ho trovato. È la mia bussola ora.