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INTERVISTA- The Amnesia: con “A Tale of Bloody Moonlight” nasce un nuovo universo emo-dark

Nel loro primo album, i The Amnesia plasmano un mondo popolato da mostri e ricordi, dove il protagonista, Sebastian, scopre di essere morto e cerca di restare umano. Un disco per chi ama le narrazioni immersive, le emozioni crude e un sound che guarda al futuro con radici solide.

 

Cosa vi ha spinti a raccontare una storia cos’ strutturata in musica, invece che limitarsi a brani scollegati?

Ho sempre amato i concept album e tutta la narrazione, teatralità e complessità che c’era dietro. Tutto è partito leggendo un libro “Vampyria” e da li ho avuto l’idea di iniziare a costruire un concept album sui vampiri e tutti temi gotici che ne derivano. Fondendo alla musica momenti di teatralità a momenti più introspettivi. E cosi è nato “A Tale Of Bloody moonlight”.

“Bring The Shadows” sembra lanciare un messaggio di resistenza. Da cosa sentite il bisogno di difendervi, oggi?

“Bring The Shadows” è un brano che in un certo senso ti esorta ad andare avanti nonostante tutte le difficolta e paure. Le ombre in questo caso rappresenta le paure, e sostanzialmente è un modo per etichettare tutti quei pensieri, commenti, e cose della vita negative e questa canzone è un modo per difendersi e crearsi come uno scudo da esse.

Come convivono nella vostra musica malinconia e rabbia?

Sono due emozioni direi fondamentali per farle compensare una con l’altra. Sono come il motore che alimentano le canzoni e gli danno quel tocco ancora più introspettivo e vulnerabile. Prima ancora di concept, sound, idee, la prima cosa che sta alla base di tutto sono le emozioni, far provare a chi le ascolta emozioni e questa è il fulcro che da il via alla band e alle nostre canzoni.

L’incontro con Lady V è simbolico. Che tipo di dinamiche volevate rappresentare attraverso questo personaggio?

Lady V è l’antagonista della storia, colei che usa le anime perdute per portarle a una fine tragica. E proprio in base a com’è il personaggio abbiamo trasportato in musica tutto ciò per darle quella dinamica d’impatto uditiva ed emotiva per descrivere attraverso il brano la sensazione che si prova e che suscita quando c’è le nei paraggi. E’ una canzone molto dinamica partendo piano per poi esplodere nei ritornelli con questi cori che danno l’idea di anime perdute e dannate. Siamo molto soddisfatti e legati a questa canzone.

Quanto è stato difficile far emergere una voce personale in un genere così ricco di riferimenti storici e contemporanei?

In realtà è stato tutto molto semplice, so che può sembrare il contrario ma, avendo già in mente come volevo che suonasse e l’idea di tutta la storia già chiara e definita è venuto tutto in modo naturale. Era come se in fase di creazione del disco canzone dopo canzone uscissero in maniera autonoma i pezzi ed è come se fosse stato l’inconscio stesso a crearlo e tirare fuori tutto.

Avete già idee su come evolvere il vostro suono o immaginario nei prossimi progetti?

Si, qualche mese fa siamo tornati in studio per registrare il nostro secondo disco. C’è stata sicuramente un evoluzione sia a livello del sound che a livello di maturità. Tratterà temi molto più crudi e interiori sulla perdita e la morte. Sarà un viaggio interiore in continuo conflitto con ansie, paure, conseguenza della perdita. Non vediamo l’ora di farvelo sentire.

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