Tra elettronica e strumenti ancestrali, un brano che invita a ricominciare da capo

Stefano Napolitano torna con un singolo che è più di una semplice canzone: Spazio Zero è un manifesto sonoro e spirituale. Secondo estratto da Una nuova luce sul mondo, l’album pubblicato lo scorso maggio, il brano approda in radio dal 26 settembre con il suo carico di simbolismo e intensità.
Il titolo evoca un punto di ripartenza, un luogo immaginario dove cancellare le scorie del passato e riscoprire l’essenza dell’amore. “Spazio Zero” si presenta come ballata mistica, costruita con attenzione maniacale ai dettagli sonori: dalle atmosfere elettroniche alle timbriche degli strumenti tradizionali come sitar, bonghi e duduk. Una fusione che crea un mosaico musicale affascinante, sospeso tra modernità e arcaicità.
Il testo di Napolitano è visionario, poetico, a tratti profetico. Invita a guardare oltre le apparenze e ad attraversare le ombre per giungere alla rinascita. Il ritornello, ripetuto come un rituale, si imprime nella memoria con la forza di un inno alla vita.
L’arrangiamento di Danilo Ballo valorizza le sfumature della composizione, donando al brano respiro internazionale. Non è un caso che la critica abbia già sottolineato la capacità dell’album di unire pop occidentale e tradizione orientale in una sintesi rara.
Con “Spazio Zero” Napolitano offre al pubblico non solo un brano da ascoltare, ma un’esperienza da vivere.