È uscito lo scorso 23 maggio 2025 “Una Nuova Luce Sul Mondo”, il nuovo lavoro di Stefano Napolitano, un concept album che unisce melodia pop occidentale e suggestioni orientali in un racconto mistico e simbolico sull’umanità contemporanea. Il disco immagina il ritorno di Gesù e Maddalena sulla Terra per ricomporre un equilibrio perduto, in un mondo sospeso tra caos e speranza. La produzione si distingue per l’uso del sintetizzatore virtuale TH8 di Acustica Audio, che dona al progetto un suono innovativo, esaltato dagli arrangiamenti di Danilo Ballo. Brani come “Lucifero” e “Vecchia Terra” affrontano i grandi contrasti dell’uomo – luce e ombra, fede e smarrimento – trasformando il disco in una riflessione sulla rinascita spirituale.

Perché questa necessità di riconsiderare la fede in questi termini?
Non si tratta di fede. Sentivo solo l’esigenza di raccontare una storia con Gesù come protagonista. Ho cercato di immaginare come potesse essere un suo ritorno fra gli esseri umani su questa Vecchia Terra, tanto per citare il titolo di una canzone dell’album.
E poi perché la figura di Maria Maddalena? Controversa figura
soprattutto dentro letture apocrife della satira che ci viene tramandata…
Maddalena è una figura chiave per comprendere il Cristo. Tutte le religioni lo raccontano come un essere spirituale e quindi asessuato quando invece non era altro che un uomo, un essere umano come tutti noi, anzi forse un comune mortale visto che venne dichiarato morto dopo la crocifissione. La resurrezione è un capitolo d fantasia che ci hanno raccontato per lanciare un messaggio che fa comodo un po’ a tutti. Maddalena è stata spesso taciuta perché evidentemente nascondeva un segreto oppure perché la sua verità avrebbe messo in pericolo la Chiesa o altre forme di potere religioso. Si dice gli avesse dato due figli e che esista ancora oggi una discendenza carnale del Cristo.
E il suono di questo “ritorno” o di questa nuova luce: che suono
doveva essere? Lo hai rintracciato o questo disco ci ha solo provato?
Il suono è stato ampiamente ricercato da me e da Danilo perché volevo creare qualcosa di internazionale, anzi universale. Unire due mondi, due culture, due aspetti musicali opposti. Penso sia nato qualcosa di esplosivo. Il disco sta piacendo a tutti. Chiunque l’abbia ascoltato ne è rimasto colpito e travolto dai testi, dai brani e dalle melodie.
Interessante la commistione tra futuro e strumenti antichi… come nasce
questa voglia? Che risultato ha regalato?
Un risultato eccellente. Il suono del sitar vicino alle chitarre elettriche, il duduk che fa da sottofondo alla mia voce, i lamenti arabi vocali, i bonghi con gli effetti elettronici e i giri di basso…..Tutto questo mi ha regalato forti emozioni in fase di realizzazione. Non esiste solo un genere musicale che mi affascina. Quello che cerco è creare dell’ottima musica che può arrivare a chiunque per poi ascoltarla insieme.
E tanta elettronica anche nei video. Non ti fa paura l’A.I.? Pensi sia
una possibilità o l’ennesimo modo di archiviare le capacità dell’uomo?
L’intelligenza artificiale è un nuovo servizio tecnologico da usare con cautela. Come per tutte le cose bisogna prenderne coscienza. Io l’ho usato per realizzare il video clip del nuovo singolo Spazio Zero. Ho scritto sceneggiatura e scenografia delineando i profili dei personaggi e descrivendo ogni minimo dettaglio. Sono soddisfatto di ciò che ho ottenuto. Quindi il problema non è l’A.I. ma di come viene utilizzato.