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AN EARLY BIRD: oltrepassare l’evidenza

Da Stefano De Stefano dovevamo aspettarci un suono e una scrittura che placidamente sposasse derive altre. Contaminazione come spesso accade nella scena partenopea che da tanti anni ha sempre accolto le migliori espressioni di tutte le avanguardie. An Early Bird lo ritroviamo oggi in questo Ep dal titolo “In Depths”, come a dire immersione, approfondimenti, introspezione. Ed è proprio questo il taglio del suono di questi 4 inediti firmati dal cantautore e polistrumentista… sospensione e solitudine, pensieri personali e scritture notturne come nel bellissimo video del singolo di lancio “Stick it Out”. E ci ritroveremo comunque circondati da quel che siamo, senza saperlo, mantecati da una coltre di elettronica e di acustica reale, dolce, morbido volo a planare…

Approfondimenti. Approfondire. Vorrei iniziare lasciandoti carta bianca per questa riflessione. Oggi è una parola che non si usa più, nel vocabolario o durante la vita quotidiana…
Spesso non approfondiamo perché siamo sommersi da troppi input. E forse anche perché non ci viene chiesto di farlo, a volte i primi a non rispettarsi sono proprio gli artisti, che dimenticano di esserlo e di darsi valore.

Come e perché Stefano De Stefano diventa An Early Bird?
Divento AEB perché sono cresciuto e sono andato in un’altra città, dove ho respirato la voglia di dire la mia in autonomia creativa. Sono riuscito a dire tanto con i Pipers ma alcune cose le posso dire solo con questo alter ego che ho creato.

Sospensione, riflessioni… un disco che nasce per riflettere o come sua conseguenza?
L’EP nasce come lavoro ragionato nel senso che io, Lucantonio Fusaro e Claudio Piperissa (producer e engineer) abbiamo prima individuato lo step da fare in termini di sound e poi abbiamo focalizzato l’attenzione sulle canzoni specifiche. Vorrei che le persone ascoltandomi possano lasciarsi andare più che riflettere, e agire di conseguenza.
Scavando nelle proprie paure ed emozioni in modo automatico e naturale.

Bellissimo il video di “Stick it out”, adoro i piani sequenza.. come nasce l’idea?
È un’idea di Salvatore Iannello, amico e regista che mi ha confezionato questa piccola gemma insieme ad Arianna Travostino. Quante decisioni si possono prendere in attesa di un caffè? Intorno a questo spunto nasce l’idea del pianosequenza, in cui il protagonista decide di andare a portare a termine quello con cui stava battagliando dentro di sé.

E cosa vedevi fuori la finestra? O cosa stavi cercando?
Probabilmente osservavo le cose da una prospettiva diversa, sfocata, senza contorni definiti. È che a volte ti sento perso e senza una direzione. La musica aiuta.

Ho trovato molta circolarità nel suono di questo lavoro… qualcosa che torna, in modo circolare… negli arrangiamenti soprattutto. Sbaglio? Nel caso, che cosa rappresenta per te questa circolarità?
Mi piacciono le certezze, la morbida e rassicurante sensazione di avere più o meno il controllo delle cose.
Più che circolarità parlerei di ostinazione di alcuni giri e soluzioni armoniche: ma non è stato fatto in modo consapevole. Diciamo che ho voluto creare delle suggestioni che tornando su sé stesse in modo da avvolgere chi ascolta e ospitarlo nel mio mondo.