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Aniello Misto: il nuovo singolo con Jorge Pardo

La riconosciamo questa tempera partenopea che sposa i più grandi classici di questa meravigliosa deriva della canzone d’autore italiana. Ma etichette a parte, qui siamo nelle trame d’amore e di vita di Aniello Misto che torna in scena dopo il suo ultimo disco “Parthenope” con un singolo oggi dal titolo che è bandiera sociale attualissima nelle sue tante chiavi di lettura che fa cenno di cullare: “Dimmi s’è amore – Me dice que hay amor”, con la splendida collaborazione del cantante peruviano Jorge Pardo. Un singolo che forse aprirà la strada ad un altro lavoro della ricca carriera di Aniello Misto: velata dolcezza spirituale per le origini, uno sguardo deciso al presente e la speranza di un futuro di morali genuine. Delicato il rimando alla storia del padre, rispettoso e poetico lo sguardo celeste che rivolge al mare, oggi culla di troppi orizzonti recisi. Abbiamo incontrato per voi Aniello Misto:

 

Canzone d’amore ma anche canzone di rivalsa personale. Da una parte la preghiera laica verso gli altri ma dall’altra, quanto stai cantando alla tua stessa vita?
Questo è un brano molto importante per me, in cui ho messo a nudo quello che sono i miei valori, quello in cui ho creduto e per cui mi sono battuto. Sin da piccolo sono stato sempre impegnato nel sociale. Ho cercato attraverso la musica di aiutare e sostenere quelli che nella vita sono stati meno fortunati. Ecco perché ho avuto l’esigenza di realizzare un brano che parlasse di umanità, di amore, di condivisione e dialogo tra i popoli.

Registrato tra Napoli e Lima in Perù. Cosa hai preso da questi luoghi per i colori da dare al brano?
Da tempo mi dedico al genere musicale della world music, che racchiude un po’ i suoni, i colori della musica del Sud del mondo. Precedentemente alla collaborazione con Jorge Pardo, precisamente nel 1992 mi sono avvicinato alla musica brasiliana, collaborando con personaggi illustri del calibro di Berg Campos, Rubin, Marisa Fossa e Leonardo. Dopo qualche anno ho fondato il gruppo Algiubagio con il quale ho girato in lungo e largo l’Italia per una serie di concerti. Il ritmo e i colori del Sud America da sempre mi affascinano, perché sono molto simili a quelli napoletani. In ogni mio brano ho sempre utilizzato dei suoni che richiamassero quella terre. In “Dimmi s’è amore” ho utilizzato il flauto di Pan.

Napoli è terra di contaminazioni… in questo brano c’è tanto mondo che probabilmente arriva ogni giorno sulle rive della città. Cosa cercavi musicalmente parlando?
Al di là delle contaminazioni, in realtà cercavo di trasmettere musicalmente un messaggio di una musica che non ha confini. Io come altri miei colleghi utilizziamo la scala napoletana, che racchiude la napoletanità dei vicoli, del mare, degli scugnizzi e degli odori che troviamo nei quartieri della città.

“Dove finisce il mare inizia Dio”… come a dire che oltre la riva, al di là del nostro occhio, c’è una vita degli uomini che stiamo ignorando presi come siamo dai nostri orticelli?
Siamo tutti figli di un solo Dio e dobbiamo aprire le nostre case per un futuro migliore. Questo è un brano che esorta l’uomo all’incontro e all’accoglienza, per camminare insieme verso un futuro pieno di speranza.

Avete ben celebrato in lungo e in largo questa collaborazione, tu e Jorge Pardo. Questo brano nasce “con lui”, cioè con l’idea di volerlo ospitare oppure in qualche modo si è adattato al prodotto che era giù in produzione?
«Il brano è nato a seguito del nostro incontro nel 2018 in occasione del Premio (Fondazione) Andrea Parodi. Dopo aver ascoltato la sua voce, di ritorno a casa decisi di realizzare questo brano da cantare insieme a lui.

Da questo nuovo brano… cosa arriverà?
Arriverà sicuramente un album, preceduto da altri singoli che usciranno più avanti. Quello che conta in questo momento è che il messaggio di questo brano arrivi il più lontano possibile. Credo che solo la musica abbia un potere del genere.