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AWAVE: camminando, guardarsi attorno, sentire…

Esordio assoluto per gli abruzzesi AWAVE, lavoro portato a termine con la collaborazione di Luigi Tarquini dell’Alti Records. Un primo singolo che anticiperà un lavoro ufficiale di prossima uscita. Si intitola “Walking” ed è una fotografia del vissuto sociale, dell’esistenza e della quotidiana rincorsa verso se stessi – in una qualche misura. Si fa i conti con la vita in questo pop dalle trame new wave inglesi, in un video lisergico che ha molto del fascino metaforico delle scritture internazionali. Ogni giorno il nostro è un cammino… in questo frammentario andirivieni esistenziale, raccogliendo pezzi in ogni dove…

Partiamo dal nome… qual è il vero significato? Qual è l’onda che sottintende?
Sicuramente tutto ciò che non è materia è un’onda, e noi tendiamo verso questo, l’immateriale, l’intangibile, la luce e il buio.

Dal video arriva forte il messaggio di questa vita che si consuma in un perenne viaggio nel mondo… nel tempo… secondo voi quanto invece stiamo diventando stanziali nella quotidianità di oggi?
Costretti dalla quotidianità che incombe ma pur sempre impotenti e fragili di fronte al tempo in assoluto.

Usate molto il digitale… secondo voi è una finestra sul futuro e sulle possibilità o una limitazione del suono artigianale e del suo mestiere?
Secondo noi è una possibilità in più in qualche modo, e per certi versi il “digitale” rappresenta uno strumento che tende paradossalmente alla creatività pura e alla purezza delle idee, liberandole dai limiti fisici della materia. Ma la migliore strategia resta la commistione tra suono digitale e suono analogico, artigianale.

Il disco che sta nascendo: secondo voi quanto deve al presente della musica italiana e quanto alla scena internazionale?
In qualche forma sicuramente siamo stati influenzati negli anni dal cantautorato o dal pop/rock italiano, anche se tendenzialmente il nostro sound va nella direzione British.

E restando sul tema… ho forte il sentore di una deriva inglese o sbaglio?
Appunto 🙂

E per salutarci una domanda spirituale per riprendere la frase through the scars of the past and the missing puzzle pieces: secondo voi siamo tutti dei puzzle incompleti?
Siamo tutti parte di un grande immenso e tuttora incomprensibile dannato puzzle!!

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