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LA DIFFERENZA: ECCO LE CANZONI SENZA TEMPO

Si intitola “Il tempo non d(E)siste” il nuovo disco de La Differenza. La band abruzzese che tanto per cominciare ricordiamo sicuramente per quel Sanremo Giovani nel 2005, scendono in pista con un nuovo lavoro, il quinto per la precisione. Un esperimento culturale degno di nota: la bellezza di riascoltare 10 grandi successi della musica leggera italiana e renderli personali, personalizzati e unici dal loro punto di vista. Fabio Falcone e compagni hanno reinventato il sound, il sapore, lasciando rispettosamente inalterata l’anima portante che è alla base di questi grandi ricordi. E se pensiate sia tutto qui allora vi sbagliate: la band abruzzese porta avanti questi brani con duetti importanti e di prestigio, il più delle volte con gli stessi autori originali. Ed è così che il brano di lancio è “Tira a campare” di e con Edoardo Bennato – di cui in rete c’è un bellissimo video. E ancora “Trappole” di e con Eugenio Finardi…ma anche brani storici e se vogliamo di nicchia come “Oh oh oh” di Faust’o che qui i nostri interpretano in una versione quasi dance con il mitico Alberto Fortis. In tutto questo i nostri trovano tempo ed energia per confezionare un inedito che intitolano “Molecolare” che di certo non perde il confronto e tiene alta la testa in questa parata di campioni. E poi la lista è lunga e la vogliamo tenere “segreta” per invitarvi a scoprirla, incuriosirvi sicuramente…perchè il nuovo disco de La Differenza è davvero un bellissimo lavoro che celebra la bellezza della canzone italiana…

Non solo avete percorso la vostra storia in musica, non solo lo avete fatto attraverso le canzoni che vi hanno più ispirato…ma lo avete fatto anche grazie ai grandi che le hanno scritte. Ma che soddisfazione è?
Siamo fieri del nostro nuovo album ” Il tempo non (D) esiste ” e siamo grati a chi ci ha permesso di realizzarlo, al nostro produttore Stefano Severini e agli Artisti che si sono lasciati ospitare all’ interno del disco.

Un disco ricco di elettronica. Il buon Jakka si è dato da fare. Come mai questa scelta abbastanza omogenea su tutto il lavoro?
Abbiamo lavorato due ininterrotti anni in studio, cercavamo un suono che ci rappresentasse, volevamo fare la quadra, invece di affidarci ai soliti nomi blasonati che poi purtroppo-inevitabilmente finiscono per far suonare i dischi tutti uguali, abbiamo trovato in Jakka e Stefano i nostri fari illuminanti. Ma nel disco c’è molto da parte di tutti. Le chitarre di Mattia sono graffiti contemporanei, le ritmiche di Davide sono modernissime e le intuizioni di Fabio sono rare fortune di cui non tutte le band possono godere. Arrivati al quinto album ci è sembrato giusto mostrare al pubblico quello che realmente è La Differenza.

Alcuni brani sono praticamente stravolti, altri sono molto fedeli alla linea originale. Diteci la verità: questo è il frutto della libertà che vi è stata concessa o sono davvero scelte liberamente ispirate?
Sono arrivate prima le canzoni. Le collaborazioni sono arrivate solo alle fine. Abbiamo lavorato in totale libertà, del resto solo così puoi realizzare un disco così bello. Come prima cosa per mesi e mesi abbiamo ascoltato vinili degli anni 70 e 80, poi cd dei 90 e tante tante esplorazioni nel digitale, dove puoi trovare davvero di tutto. Poi abbiamo iniziato a incidere le canzoni, quindi abbiamo cancellato e re-iniziato da capo perché non volevamo le canzoni in assoluto più belle bensì quelle in assoluto migliori per La Differenza. Alcune canzoni si sono inevitabilmente perse per strada. Quando poi abbiamo raggiunto un numero considerevole di 7/8 brani abbiamo iniziato a coinvolgere gli autori originali, che si sono mostrati entusiasti e disponibili, quindi abbiamo concluso il disco. Vi raccontiamo una su tutte l’esperienza con Eugenio Finardi che entra in studio, ascolta la base di “Trappole” masticando della cioccolata e ci dice: ragazzi è forte, complimenti. Entra in sala ripresa, si infila le cuffie e con la grinta di un leone realizza un “buona la prima” tra gli applausi del pubblico non pagante, cioè noi. Le restanti ore le abbiamo trascorse a palare di buona musica come dei vecchi amici. Quando hai che fare con i veri grandi, funziona così.

Un grande brano rimasto fuori per altri motivi?
Volevamo inserire un brano dei Tiromancino che stimiamo molto ma non ci è venuto in tempo. Magari nel prossimo.

Nella vostra musica, per quanto ferma in un pop main stream, è sempre ricca di passione personale. Sbaglio nel pensare che per quanto di altri, queste canzoni sono molto ricche di una vostra biografia personale?
Non sbagli. Queste canzoni sono dei furti leciti. Superano il concetto di cover laddove lo stesso concetto assume un valore artistico, personale e trasgressivo. Queste canzoni erano nostre prima che noi lo decidessimo. Erano li ad aspettarci. Sono loro che hanno scelto noi, non il contrario.

Il suono. Ma alla fine conta davvero nel messaggio? Domanda difficile penso…
Il suono è il piatto nel quale ti viene servita a tavola la pietanza. Nel mondo della canzone popolare se la pietanza è buona, la canzone funziona anche se ti viene servita su un piatto di plastica, ma se viene servita su un piatto d’oro, allora amico mio, diventi stellato. Quindi il suono conta e come se conta. E per una band come La Differenza ancora di più. Abbiamo lavorato tantissimo al suono de “Il tempo non (D)esiste” e quello che sentite è solo nostro, inimitabile, personalissimo, diverso da tutti.

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