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Luciano Panama: da solo con le sue “Piramidi”

Devo dire che questo disco ispira titoli e riflessioni. Luciano Panama lascia i suoi Entourage e passa al solipsistico modo di esprimersi. Cantautore, elettrico, indie, irriverente, romantico come un poeta. Si intitola “Piramidi” questo nuovo disco che una misura estesa di chi siamo e di chi stiamo diventando. Il riferimento sparso ovunque è alla vita di provincia – mi si consenta la generalizzazione – alla vita qualunque stesa ad asciugare dietro convinzioni di protagonismo. Ma è anche un monito a chi vuol sempre apparire, farsi grande e non crescere affatto. Luciano Panama si libera dai cliché e dalle forme per quanto alle forme resta fedele in un tacito rispetto di stile. Un disco che siede in bilico tra le convenzioni di essere e la voglia di rivoluzione, tra l’ingenuità di chi ancora deve crescere e chi invece ha matura il bisogno di non curarsene. Davvero un buon ascolto…

Trovo un sottile legame della nudità e poi delle “Ossa” che canti. “Impara a respirare…”. Sbaglio?
No, la musica, il testo, il videoclip sono tutti elementi legati tra loro. Impara a respirare nel senso di: “volgi lo sguardo anche altrove”. Il video è stato ispirato da una performance di Marina Abramovic e da alcune opere come ad esempio “La Crocifissione” o la “Pietà. Ricercavamo una sorta di danza della vita e della morte. Lavorando ci è parso che il contrasto tra il corpo vivo e la sua struttura ossea, per così dire, messa a nudo, cogliesse il senso viscerale del brano.

L’America non è poi così lontana. Quanto l’hai voluto e quanto l’hai fatta tua?
Il mio cognome parla di America, quella centrale, io sono nato con questa idea in testa. Inoltre è sempre stato il paese da cui ho acquisito, soprattutto durante l’adolescenza, tante idee, tanti concetti. In qualche modo attraverso quei fenomeni che conosciamo tutti, sia del sud che del nord dell’America, dallo sport alla musica al cinema alla letteratura insomma alla libertà espressiva in generale, l’America è entrata prepotentemente nella mia vita ed oggi ne fa parte, ma tutto inizia con il mio cognome!

Cosa sono per te le “Piramidi”?
Le piramidi sono strutture che mi hanno sempre affascinato, sia dal punto di vista architettonico che da quello spirituale. Le ho studiate, ho letto molti articoli e visto tanti documentari su tutte le piramidi che ci sono nel mondo, soprattutto quelle dell’America centrale per ricollegarmi alla domanda precedente. Mi hanno sempre attratto per la storia che si portano dietro, sanno di vita vissuta, di umanità, di impresa, di valore acquisito, aggiunto, di energia positiva, di qualcosa che resta nel tempo. Avevo voglia di fare le mie di PIRAMIDI – quelle del 2017!

E perché una bella giornata in copertina in contrapposizione alle tenebre metropolitane che sento nelle tue canzoni?
Voglio guardare al futuro con ottimismo, ma essendo conscio di quello che mi circonda. Nella vita guardare avanti con positività è importante e non è mai scontato o semplice da fare.

Uno sguardo al passato. Oggi cosa ne resta degli Entourage?
Un pezzo di vita vissuta in modo importante, sensato. Un progetto da cui ho imparato molto sia dal punto di vista musicale che da quello manageriale. E’ un progetto su cui ho fondato la mia vita e senza Entourage Piramidi non sarebbe mai venuto fuori così com’è. Una bella storia!

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