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L’ULTIMODEIMIEICANI: l’esordio è oggi

Arriva dalle strade e dagli spazi di Genova questo suono che un poco ripercorre la scena del nuovo cantautorato indie e un po’ ci riporta indietro in quel post-punk inglese, quando le derive ci regalavano dinamiche più accettabilmente pop. Si intitola “Ti voglio urlare” il primo full lenght de L’ULTIMODEIMIEICANI, che vede anche la partecipazione del rapper genovese Canca e del sassofonista degli Ex-Otago Olmo Martellacci per una delle release di anteprima di questo disco che è “Gelato”, forse il brano più “leggero” di tutto l’ascolto. E ci ritroviamo tra le trame di un cliché ormai abusato che comunque, i genovesi guidati dalla voce di Lorenzo Olcese, sanno delineare con tantissima personalità restituendo in modo indelebile quel senso di provincia, di metropolitana abitudine alla semplicità… arriva forte il bisogno di rivalsa da quel torpore borderline, di quella vita adolescenziale che ha energia e forza per cambiare le carte in tavola ma, al tempo stesso, paga il pegno di vivere ai margini del mondo illuminato dai grandi riflettori. Si sta tornando un poco alla volta alla grande provincia italiana, a quel concetto di poco e di limitato che ha dato i natali alle grandi rivoluzioni di stile dell’Italia pop degli anni ’80 e ’90. E forse non è un caso che questo primo disco de L’Ultimodeimieicani si intitoli “Ti voglio urlare”.

C’è un sottile filo conduttore che lega assieme un ritiro “bucolico”, una scrittura che si rivolge alla vita quotidiana delle persone e poi questo suono assai moderno elaborato da chi ha messo una firma su parecchi dischi della scena contemporanea?
Direi che il filo conduttore di tutto questo lavoro siamo noi. In questo album volevamo in qualche modo presentarci, dire a tutti: “Ciao, noi siamo così” senza bisogno di una parola in più. Proprio per questo tutto ciò che c’è in questo lavoro è parte di quello che viviamo nelle nostre vite. Con Mattia Cominotto (il produttore) il rapporto è stato in continuo sviluppo da quando lo abbiamo conosciuto registrando l’EP, e ci sembrava naturale che almeno il primo album fosse un percorso condiviso.

Interessante questa copertina. Un’immagine che sembra scollarsi dal tuo titolo… ce la raccontate?
Ci piaceva l’idea che non ci fosse in copertina un qualcuno che urla, ma ci piaceva altrettanto l’idea che gran parte della foto sia dedicata al cielo, il posto con cui è più facile scaricarsi quando si ha bisogno di urlare. Poi ci piaceva il gesto del togliersi la maglietta perché noi in questo album in qualche modo ci siamo messi a nudo.

Mi colpisce “Provincialismo”: per voi cosa significa questa parola? Che poi nelle province spesso nascono le energie migliori…
Provincialismo è una parola a cui è molto difficile dare un significato perché si possono definire provinciali cose che fanno soggetti che provengono da contesti e classi sociali completamente diversi. Alla fine è provinciale mia nonna che non parla italiano ma solo dialetto e faceva il mercato, ma quanto è provinciale un imprenditore benestante che va in chiesa e vota Lega? La canzone cerca di far passare l’ambiguità di questa parola. Anche noi a volte siamo provinciali

E restando sul tema, non pensiate che con questa omologazione diffusa, ormai l’Italia stia diventando un po’ tutta provinciale?
Mah se tutta l’Italia fosse provinciale non ci sarebbe più bisogno di definire un qualcosa provinciale, quindi il fatto che ce lo chiedi ci fa ben sperare per ancora qualche anno, forse ci salveremo.

Urlare come sfogo, come liberazione… oppure urlare come ricerca di attenzione?
Prima opzione, noi al limite per cercare l’attenzione suoniamo!