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Lasersight: vita di pop, di rap, di canzone d’autore

Siamo nell’oggi, siamo dentro i suoni che si ripetono, dentro le soluzioni reiterate, siamo nel tempo del format che prende una piega quasi ostile nei confronti dell’espressione. Siamo nel cuore però della nuova musica italiana, che ha anche tanto altro da darci, nel senso e nella lirica, nonostante la forma. E lui è Lasersight che giunge a questo disco dal titolo “Le due Porte” dove la vita prende pieghe inattese, dove la canzone d’autore incontra il rap e diviene pop. E le collaborazioni, da VEA ai Malpensa (giusto per citarne alcuni, i principali di cui peraltro ci siamo già occupati) rendono questo disco quasi apolide. Nonostante la forma, c’è una sostanza che non possiamo tralasciare.

Mi incuriosisce questo moniker. Che poi mi piacerebbe agganciarlo concettualmente a queste “due porte” che segnano le nostre scelte…
Il moniker nasce dall’unione di due mie saghe cinematografiche preferite che sono Star Wars, da dove viene Laser in riferimento alle famose spade, e 007, da dove viene Sight che altro non è che il mirino della pistola di James Bond. Insieme formano Lasersight che poi in italiano assume il significato di “vista laser” o “mirino laser”. Si perchè alla fine il nickname che uno si sceglie deve accompagnare il percorso artistico e sarà con lui per tutta la sua durata quindi sembra una cosa banale ma la scelta qui è importantissima, io ho scelto di andare sul mondo del cinema perchè penso sia un’arte bellissima e ciò si rispecchia anche nei testi che faccio poichè uso parecchi riferimenti cinematografici ma non solo affinchè le arti non vengano dimenticate o messe in terzo/quarto piano; ed alla fine il paragone che hai fatto è corretto perché col disco ho voluto mettere in mostra ed in risalto la scelta e tutto ciò che ne consegue dopo aver preso delle decisioni importanti per la nostra vita. Ci sta per esempio una scelta anche mia perchè per tutto il disco ho scelto di rappare e cantare ed in tutte e 10 le tracce è possibile notare questa particolarità.

E sempre restando ancorato in qualche misura dentro questo nome, tutto il disco sembra essere uno “scartare di lato”. Cioè, voglio dire, canzoni che cercano altrove la loro bellezza più che nella diretta estetica. Bisogna guardare da un altro punto di vista… che ne pensi?
Penso che al giorno d’oggi bisognerebbe osservare la bellezza sotto diversi aspetti ed andare a scavare più in profondità, mi spiego meglio: oggi con i social sta diventando sempre più dominante la bellezza propriamente estetica lasciando invece nascoste magari altre qualità delle persone che solo perchè non hanno un fisico scolpito (discorso valido sia per gli uomini che per le donne) magari non vengono considerati e quindi vengono meno anche diversi valori che oggi sembrano rimasti nel dimenticatoio. Io ho provato, e spero di esserci riuscito, con le canzoni dell’album a far tornare a galla quelle cose belle e vere che purtroppo in un mondo ormai così tecnologico vengono lasciate indietro, quindi si diciamo che lo scopo era andare oltre le apparenze e provare a vedere a tutto tondo talvolta anche da altri punti di vista.

Qual è il suo messaggio? Di tutto il disco, di tutte queste canzoni…ne possiamo definire uno soltanto?
Mi riallaccio un pò alla prima domanda dicendo che il tema principale del disco, e dei brani è quello della scelta, ci sono canzoni in cui si sono fatte scelte che poi hanno portato a delle conseguenze che trova poi il culmine nella traccia finale, nonchè titletrack, dove si palesa la scelta ed il messaggio nella sua forma più esplicita. Ma ci sono anche messaggi secondari rivolti soprattutto ai più giovani come quello di rispolverare valori ormai dimenticati, di aprire gli occhi e non farsi influenzare da 3mila persone, un invito alle giovani coppie a godersi quei momenti insieme senza stare sempre attaccati al cellulare e tanti altri.

E per Lasersight, quali sono state queste due porte?
Sono state quelle se continuare o no a fare musica. Fortunatamente alla fine ho aperto quella giusta!