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NAFTALINAS: un viaggio acustico di uomini e di suoni

Sicuramente l’ironia è l’autoironia sono punti cardinali fissi, riferimenti indelebili e aspetti seriamente affrontati dall’onestà di questa banda di musici che, in forma di collettivo, restituiscono al suono la leggerezza della vita, la spensieratezza delle cose importanti. I Naftalinas arrivano al loro primo disco che titolano senza troppo pensarci forse: “Dieci storie sempre al limite del guaio”. Suoni acustici e storie di vita, un mood di uomini e cartoline di viaggio… chitarre dalla felicità hawaiana e le ricercate soluzioni del jazz Manouche… e nel video di lancio si fa unl fotografare di tutto questo che arriva al nostro cuore prima che alle nostre semplici – si fa per dire – orecchie.

Beh io direi di partire dal nome che avete che in qualche modo allude anche alla “conservazione” del tempo…
Si, Naftalinas rimanda a un qualcosa di ancestrale, un ricordo di epoche lontane, quell’apertura del cassetto a casa dei nonni con relativo afrore, odore intenso e affatto piacevole e per questo indimenticabile.
Sostanzialmente più che conservazione del tempo parlerei di rilettura e di nuova considerazione di ciò che si è vissuto.

E non a caso il vostro mood è perennemente rivolto agli anni ’50 (o giù di li)… perché così indietro?
Anche più indietro!! Per due motivazioni:
La principale è che il nostro progetto iniziale si basava sulla golden age italiana, l’ultimo periodo storico in cui le nostre ugole avevano un certo “peso” anche all’estero. Dallo Swing di Luis Prima di “Just a gigolò” a Carosone e Buscaglione ma anche ai più melodici Beniamino Gigli e tanti altri. Gli emigrati e un certo esotismo legato alla nostra lingua latina avevano fatto si che la musica del tricolore si diffondesse anche aldilà dell’oceano. La seconda è legata al nostro approccio goliardico.
La nostra voleva essere un’operazione di finta nostalgia, un gioco. In realtà I riferimenti musicali più recenti, ci sono tutti nella nostra musica, anche perché ci hanno sempre messo tristezza I nostalgici oltranzisti.Il contesto musicale da cui pescare però non doveva essere stato da noi realmente vissuto ma solamente idealizzato attraverso le frasi dei nonni.

Scanzonati, ironici ma anche decisamente severi in alcuni momenti. Che sia l’ironia il vero modo per non “mandarla a dire”?
Tutta la letteratura musicale è piena di attori che per dire ciò che pensavano senza avere ripercussioni utilizzava la canzone comica. L’ispirazione è l’ avanspettacolo, il mitico Petrolini. Oggi sembriamo più liberi ma il rischio di essere banali raccontando è assai concreto. Non volevamo sembrare troppo “bacchettoni” nei testi anche se si, ci stava di sferzare ogni tanto anche con la lama, descrivendo ciò che vorremmo cambiasse. Come in Joker anche la risata può diventare un ghigno.

Ecco poi la copertina direi che è bellissima e, a primo impatto, poco centra con tutto il resto. Aiutatemi vi prego…
Si hai ragione, la copertina è bella e molto romantica, in questo senso distante da noi(ride). Si tratta di una scena ricavata da un disegno fatto da Ruggiero Valentini, bravissimo artista scenografo illustratore, fumettista e tanto altro. Un amico a cui era giusto dare spazio. In realtà la realizzazione dell’illustrazione è stata fatta proprio ascoltando il disco e una traccia in specifico: Mari del Sud. Il pathos dell’artista è la sua visione immaginifica hanno fatto il resto.

Si vivono grandi storia quando si vive al limite del guaio?
A nostro parere per scrivere di cose sensate che trasmettano all’ascoltatore delle emozioni c’è bisogno di “vivere”, averle vissute o ritagliare le storie apposta su personaggi al limite. Ultimi baluardi ad avere un approccio totalmente fuori dal coro in un mondo dai messaggi attualmente forse troppo omologati.

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