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1000 Streets’ Orchestra: buone vibrazioni

Buone vibrazioni, preziose sfumature di futuro digitale scontornate dal glorioso passato del “bop” americano… e poi via fin dentro le assolute derive berlinesi o il funk europeo… e c’è dentro di tutto, dal mondo radiofonico a quello notturno e trasgressivo… e sono buone vibrazioni quelle che ci regala il primo disco ufficiale della 1000 Streets’ Orchestra, progetto che attorno ad un nucleo consolidato si sono radunati 55 altri musicisti per questa opera prima dal titolo “Electro Way”. Colori sgargianti e tinte sfarzose, intonazioni magistrali e giochi di suoni tra classicismi e innovazioni del futuro. Un disco che non si deve raccontare… si deve vivere ballando.

Da un nucleo poi le tantissime derive umane e spirituali. Quante collaborazioni, quante contaminazioni… sono così infinite le strade?
Noi crediamo che uno degli aspetti più affascinanti della musica sia proprio quello che ogni genere, ogni artista, ogni esecutore è unico e diverso da tutti gli altri. Questo modo di vedere il mondo musicale ci consente di metterci sempre in gioco e di sperimentare; anche all’interno di un unico genere ogni collaborazione sarà sempre diversa e sarà fonte di nuovi stimoli, di nuove emozioni e di nuova musica.

Il dedicarsi a tutte le possibili soluzioni non si finisce poi per non prenderne nemmeno una?
Le scelte di collaborazione che abbiamo fatto in questi anni sono indubbiamente ponderate e sono strettamente legate a un percorso di crescita artistica, strutturale e umana della nostra orchestra. Dedicando il giusto tempo e le giuste energie ad ognuna di queste collaborazioni si può creare una rete enorme di possibilità.

Il suono di questo disco sembra unire lo swing anni ’50 ai vinili anni ’80 dentro i futurismi di oggi. Dunque anche il tempo non è un vostro problema?
Crediamo fortemente che la musica non abbia tempo e che il nostro lavoro non può prescindere dagli album del passato e dagli input che ogni giorno ci sommergono. Il primo disco di un’orchestra che sta definendo sempre più chiaramente la propria strada è volutamente ricco di sonorità, una sorta di mutamento perfettamente descritto dalle nostre canzoni.

Eppure tanta della produzione sembra puntare al vintage o sbaglio?
C’è indubbiamente un aspetto vintage nei nostri brani e in alcuni la cosa è più evidente che in altri. Si tratta appunto di un mutamento in cui ogni canzone fa evolvere il sound dell’orchestra a modo suo, un insieme di 9 fattori che racchiudono la storia dell’orchestra, le sue origini, il suo percorso e la sua sperimentazione.

Ottime vibrazioni nella libertà… che sia questa la chiave della musica di oggi?
Indubbiamente la parola libertà si è sentita molte volte in questo difficile periodo e viene facilmente collegata ai terribili fatti dell’ultimo anno e mezzo, ma le vibrazioni e la libertà di cui trattano le nostre canzoni vanno oltre a questo terribile periodo storico e puntano al benessere fisico e mentale la cui salvaguardia in quest’epoca sembra quasi impossibile.

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