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Live forever, vivere per sempre: la promessa che gli Oasis non hanno mantenuto

28 agosto 2009.

Questa data rimarrà per sempre scolpita nelle menti e nei cuori di milione di persone nel mondo, come me.

Non importa di che razza, sesso, età siamo, per tutti quell’afoso giorno di agosto ha significato la fine di un era, di un sogno, di un mito.

La fine di un era, quella definitiva del Brit pop, che ha segnato gli anni novanta e che ha arrancato nei successivi duemila, ma infondo noi sapevamo che era li, anche se in modo discontinuo e non sempre al massimo, ad allietare le nostre orecchie con motivetti semplici e racconti di vita quotidiana in cui tutti ci identificavamo prima o poi.

La fine del sogno di due ragazzi di Burnage, periferia di Manchester, che era diventato anche il nostro, quello di diventare delle rock’n’roll star.

La fine di un mito fatto di canzoni che erano e sono la colonna sonora della nostra vita, di liti tra fratelli, che quando le leggevi sui giornali pensavi che infondo siamo tutti uguali, i grosse sbornie da birra e lingue troppo lunghe che ti fanno sorridere quando schioccano, insomma uno di quei miti che o li ami o li odi, ma se li ami è per sempre.

Il 28 agosto 2009 è la data dello scioglimento degli Oasis.

Sembrerà banale, sciocco e puerile ai più piangere la fine di un gruppo musicale, non è una nonna o il gatto di casa che sono morti, ma per noi è lo stesso, perché quando qualcosa di importante, che ha significato molto per la tua vita, non c’è più, se ne va anche una parte di te.

Per quelli che come me sono cresciuti con gli Oasis, che hanno seguito ogni passo della loro carriera, che diligentemente ogni due anni, nonostante la pioggia, la neve o anche quaranta gradi all’ombra, si svegliavano ad ore improbabili solo per essere i primi davanti al negozio di musica di fiducia a comprare il loro nuovo album ,questo gruppo per quindici anni è stato come un amico fidato, che ti faceva ridere e alle volte anche arrabbiare, ma era sempre li ad allietare le giornate un po’ così, nonostante le crisi, i cambiamenti di formazione e le vendite che non erano più come quelle di una volta.

Ora non c’è più e siamo tutti un po’ più soli.

Cosa sia davvero successo, cosa abbia detto di tanto grave rispetto al solito Liam a Noel per fargli decidere di abbandonare quella che, più che del fratello, era una sua creatura, non lo sappiamo e non lo sapremo probabilmente mai, ma a noi non interessa, farebbe ancora più male sapere che magari hanno messo fine a al nostro gruppo preferito solo a causa di una qualche battuta un po’ pesante sulla paternità dell’uno piuttosto che dell’altro.

Non è la prima volta che succede una cosa del genere, gli Oasis sono stati spesso e volentieri sull’orlo dello scioglimento, ma questa volta è reale ,la parola fine è stata messa al capitolo di uno dei più amati gruppi degli ultimi vent’anni, dobbiamo rassegnarci, speriamo solo che prima o poi arriverà qualche nuovo allievo a colmare il vuoto lasciato dai maestri.