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Prelude to Desire: perduti desideri…

Un viaggio breve, intenso, esteticamente complesso come i frattali matematici o le tecniche di grafiche raffinate… forse proprio come la copertina che lo rappresenta, opera realizzata da Ddazed. Luke Warner, artista visionario padovano, vive una nuova metamorfosi di scena e di contenuto e da i natali al progetto Prelude to Desire che oggi si illumina dentro in questo primo lavoro dal titolo “Lost Desires”. Scritture strumentali dal forte retrogusto apocalittico che, personalmente, mi riportano alle radici, alla natura, all’incontaminato equilibrio delle cose primordiali. Ed è un ascolto che si rende epico nel suo divenire, futuristico nella nostalgia di richiamare lo spazio anni ’90, sintetico nella sua essenza di direzioni. Come diremo poi: una battaglia, una resa, una resilienza… La codifica personale è l’unica strada possibile dentro uno scenario che ha solo la presunzione di non somigliare a niente di esperito in precedenza.

Io partirei dalla mia sensazione di sconfitta, non di resa ma quantomeno di calma dopo una battaglia che mi ha consumato. L’ascolto di questo Ep mi ha lasciato tutto questo e tanto altro ancora… dicci la tua…
Ciao in effetti hai colto il senso del disco. In questi 5 brani c’è molto di personale, di eventi passati che hanno lasciato un segno, Ho voluto trasformare tutto ciò in musica, e la musica allo stesso tempo ha creato quello stato di calma, che un po’ accompagna per tutte le composizioni.

Che poi anche nella psichedelia visionaria del video di “Lost Desires” c’è quel gusto post-apocalittico… come se il mondo quotidiano venisse codificato di nuovo da nuovi linguaggi…
Beh credo che un po’ ci stiamo avvicinando in questa fase, attualmente non stiamo vivendo una bella situazione a livello mondiale, sicuramente si arriverà ad un picco del declino, dove poi ci sarà il bisogno e si sentirà davvero la necessità di ripartire, con un “mondo nuovo”. Vorrei vedere tutto ciò, con un barlume di speranza e positività.

E restando proprio sull’aspetto visivo: hai mai pensato di unire a tutto questo un’espressione visiva dal vivo? Realizzazioni video da produrre in tempo reale con il suono?
Certamente è una cosa che ho sempre amato fare, anche con l’altra band in cui canto, i Barafoetida, e fra l’altro il video “Lost Desires” è stato realizzato da Denny Z il tastierista. Comunque per quanto riguarda il progetto Prelude to Desire, vedo ancora lontana un’ipotesi live, ma non la escludo, anzi. Il progetto è nato in studio come one-man band, però idee ne ho molte sia musicali che visive, col tempo lavorandoci sopra si vedrà come evolveranno.

Qual è stato il vero cuore pulsante dell’ispirazione di questo lavoro?
Se proprio devo individuare il fulcro, ti posso dire la voglia di creare, ma allo stesso tempo la passione che ho sempre avuto per la musica ambient e shoegaze. Melodie e chitarre effettate, che portano l’ascoltatore in viaggio con la mente.

Chiuderei da dove ho cominciato parafrasando, se me lo permetti, il titolo di questo lavoro: desideri che ho perduto, come ad introdurmi ad una tua personalissima fine del mondo… cosa racchiude in realtà questo titolo e questo moniker che ti porti dentro?
In realtà quello che ho cercato di esprimere e racchiudere in questo lavoro, non è nient’altro che il nostro vivere quotidiano,alle nostre emozioni, ed ai sentimenti. Passiamo gran parte della nostra vita a sognare, a sperare sempre in un qualcosa di migliore di diverso. Molte le occasioni che ci passano davanti, tante non le consideriamo neanche, senza nemmeno averle affrontate, magari erano quelle da noi cercate, di conseguenza perse, e rendendocene poi conto arrivano i rimpianti , o i rimorsi per aver fatto altro.

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