Un gesto semplice, come scorrere vecchie foto, diventa poesia nel nuovo brano di Para. «La Galleria del Gruppo» è un racconto musicale intimo e malinconico, dove le emozioni più sincere si intrecciano con sonorità pop e una chiusura rock che esplode come un abbraccio collettivo.

Hai definito il singolo come una dedica sincera: a chi lo dedichi in particolare?
Ai miei amici da una vita, che credono in quello che faccio quasi più di quanto ci creda io. Auguro a tutti di trovare persone del genere, che sono con voi dalla chiacchierata filosofica in macchina alle 3 del mattino, alla birra il sabato sera. Se li avete già trovati, be, sapete che canzone dedicargli….
Quanto tempo ti ha richiesto scrivere e produrre questo pezzo e quali sono state le maggiori difficoltà?
Il pezzo l’ho scritto in un paio di notti, ma la vera difficoltà è stata registrarlo. Questo perché il brano è accompagnato dalla voce angelica di una mia cara amica, Maria. E incastrare gli impegni di tutti è stato veramente difficile, tant’è che abbiamo dovuto fare due sessioni prima di arrivare al brano fatto e finito.
Cosa rappresenta per te la Brianza, la tua terra d’origine, nel tuo immaginario musicale?
La Brianza per me, a livello musicale, rappresenta un’ispirazione continua. Sfrutto molto i paesaggi che la caratterizzano, perché mi connettono in maniera ottimale con la natura. E questo mi aiuta moltissimo a livello di scrittura. Ho molti posti dove spesso vado solamente per scrivere, e la fortuna è che sono tutti molto vicino a dove abito.
Che ruolo gioca la nostalgia nei tuoi brani? È un sentimento che cerchi o che ti sorprende mentre componi?
La nostalgia è un sentimento che oggigiorno vivo in maniera piuttosto serena. Sono ovviamente molto legato ai ricordi, ma mi piace di più godermi il presente. Nei brani è un sentimento che cerco, perché è quello che dà un impatto molto più emotivo a tutto lo script. Ma quando emerge, non tendo a diventare triste, quanto più a sorridere ripensando a quello che è stato.
Hai sperimentato molto prima di trovare questo nuovo linguaggio musicale. Cosa ti ha spinto a cambiare rotta?
Credo che questo mio nuovo linguaggio musicale sia quello che riesca ad esprimere meglio le mie emozioni. Credo che sia quello con cui riesco più a lasciarmi trasportare, con cui riesco ad essere trasparente al 100%.
C’è un verso del brano che senti particolarmente tuo e che racchiude il significato di tutto il pezzo?
“Perché ognuno ha i suoi obiettivi, i suoi pensieri e i suoi momenti negativi. Ma la galleria del gruppo, ci ricorda che rimarremo per sempre uniti”. Questo è il cuore della canzone. Ognuno ha la sua vita, i suoi periodi no, i suoi sogni. Ma poi basta guardare una foto nella galleria, per ricordarsi che non siamo davvero soli. È come se quei momenti condivisi diventassero un’ancora: anche quando la vita ci porta su strade diverse, resta quel legame che ci tiene uniti. Non importa cosa succede o quanto si cambia, quelle risate, quei giorni e quelle notti insieme rimangono. E ci ricordano chi siamo stati e chi, in fondo, siamo ancora.