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Cisco: disco di resistenza e di futuro

Come commentare questo lungo viaggio dentro una notte personale? Una notte che pian piano sta lasciando posto alle prime luci dell’alba, il che significa un nuovo giorno, nuove cose da fare, nuova rinascita. E sento il primo rumore del risveglio, i primi rumori del traffico nuovo, sento la voce degli artisti scendere in strada un poco alla volta… e poi arriva il secondo disco di questo nuovo lavoro di Cisco a ricordarmi il silenzio della pandemia. Se di fronte ho un poco di luce, alle spalle ho il silenzio della solitudine.
Esprimo così di getto le sensazioni che arrivano da questo lavoro di Cisco che ha intitolato “Canzoni dalla soffitta”, doppio album anche in una splendida versione vinile che custodisce il prima e il dopo. Anzi, per meglio dire il durante.

Disco 1: “Canzoni dalla soffitta”.
Sono 12 inediti che la storica voce dei Modena City Ramblers regala al suo pubblico di nostalgici e ancorati a quell’immaginario Irish che ha sempre marchiato a fuoco la voce del cantautore di Carpi. Ma occhio che dentro non c’è solo il suono “irlandese” che di quando in quando segue proprio quelle soluzioni li, come accade nel singolo “Riportando tutto a casa” (ovvio richiamo a quel famoso disco dei MCR) e dove troviamo Franco D’Aniello , lo storico suono di whistel della band. L’America latina di “Lucho” fa un poco il trade union con il suo precedente lavoro (almeno nel sentore) ma è “Leonard Nimoy” un vero cambio di rotta che ci fa vedere un Cisco impegnato anche con il bit digitale. Provare per credere.

Disco 2: “Live dalla soffitta”.
Ed ecco il momento più duro di tutto l’ascolto. Duro per i sentimenti, duro per le nostalgie, duro per i ricordi e le personali restrizioni sociali. Cisco che in quel periodo di distanze si è chiuso nella sua soffitta per regalarci piccoli live in streaming, oggi li ha ripresi e li ha tradotti in questo disco di canzoni registrate in presa diretta proprio da quella soffitta. Live che sono un modo di essere, nudo e crudo fatto solo di chitarra, voce e armonica. Niente più. E in queste altre 12 tracce ci sono brani storici dei MCR ma anche grandi ispirazioni di vita, dalla meravigliosa “By this river” di Brian Eno (forse la prima volta che Cisco canta in inglese) a sue personali codifiche a brani come “Manifesto” o “Ovunque proteggi”. Segnaliamo anche che ci pare curiosa la scelta di inserire brani come “Il fantasma di Tom Joad” e “Fiori morti” (rispettivamente di Bruce Springsteen e dei Rolling Stone), dentro il disco 1 dedicato agli inediti.
“Live dalla soffitta” è anche un disco di ombre e di silenzi, di quando eravamo soli… un disco che ce lo ricorda e da cui la magica voce di Cisco ha saputo fotografare soltanto quel tanto (o poco) di buono che potevamo avere tra le mani ogni giorno, quasi fosse una delle poche salvezze per l’anima che doveva restare umana e non digitale. Ecco cosa serve sottolineare: per chi ne ha la possibilità, è salvifico anche ricordare quel tempo per la dolce e silenziosa resistenza d’arte e di suoni che tanti hanno portato avanti senza sosta. Insomma: quanti significati dentro questo nuovo grande disco di Cisco.

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