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Marc O’Heartman: riascoltandoci “Light It Up”

Marc O’Heartman, alter ego musicale del Dr. Marco R., medico tedesco che fa uso la psicoterapia per incontrare l’uomo e le sue problematiche. La conoscenza e l’umanità divengono armi quotidiane ma anche sperimentazione attraverso cui il suo lavoro si riversa poi anche nelle sue canzoni. Conversazioni, a volte difficili, divengono spunto di riflessione e peso poetico a far luce sulle possibilità di speranza, positività e momenti di arricchimento. Anima di luce e di energia positiva, uomo accessibile, la filosofia delle sue canzoni è racchiusa in un suono semplice, libero e ispirato.

Come sei entrato nell’industria musicale?
Ho iniziato a fare musica molto presto. All’età di sette anni ho imparato a suonare la tromba in un gruppo musicale locale.  Quando avevo tredici anni ho impugnato la chitarra di mia madre e ho cominciato a registrare le mie canzoni. A sedici anni i miei amici ed io abbiamo prodotto le prime registrazioni in piccoli studi. Allora riuscimmo a suscitare un po’ di clamore a livello locale. Essendo giovane è stato grandioso per me, soprattutto quando noti che le ragazze ti adorano (ride). Tuttavia, dopo due dischi con canzoni in tedesco, era giunta la fine di quell’era. Mi avvicinavo alla laurea in medicina e non avevo più tempo da dedicare alla band. Oggi, quasi trent’anni dopo e con i miei figli che sono cresciuti, ho di nuovo tempo. Così nel 2019 ho ricominciato a scrivere canzoni e a registrarle. È stato come se non avessi mai smesso. Andare di nuovo in studio è stato fantastico e sorprendentemente ho rincontrato molte persone che già conoscevo nell’ambiente musicale. Così i vecchi legami sono stati velocemente ristabiliti.

A cosa ti sei ispirato per il tuo primo singolo Light It Up?
Nella vita di tutti i giorni sono un medico e ho notato che nella primavera e nell’estate del 2020 la pandemia causata dal Covid-19 ha generato molti problemi mentali tra la popolazione. Ho notato che molta gente ha perso la propria vita di tutti i giorni e, con essa, i contatti sociali. Nella mia pratica ho visto un aumento dei disturbi causati da ansia e depressione ed ho anche notato come stanno influenzando le diverse condizioni di vita e lavoro. Per questi motivi è cresciuto in me il desiderio di fare qualcosa che portasse positività e speranza per la fine dell’anno. Così mi è venuta l’idea di scrivere una canzone di Natale che portasse calore tra la gente dando linfa vitale alle nostre tradizioni.

Raccontaci qualcosa del tuo percorso musicale
La musica è sempre stata una parte importante della mia vita. Ricordo ancora me e il mio fratellino saltare attorno al letto dei nostri genitori ascoltando le canzoni dei Beatles mentre cantavano a squarciagola – “She loves you, yeah, yeah, yeah”. All’età di sette anni il mio padrino mi regalò un mangiacassette e io non vedevo l’ora di registrare le hit della settimana dalla radio. All’ epoca mi lamentavo sempre quando lo speaker radiofonico parlava all’inizio di una canzone. Lo avrei preso per il collo (ride). Questo è stato l’inizio del mio rapporto con la musica. Il primo disco che acquistai con pochi spiccioli fu Elvis Presley di Elvis Presley. Cavolo! Quanto ho amato Blue suede shoes
Poi fu la volta dei Beatles, poi gli Stones e infine i Led Zeppelin. Mentre molte persone si dedicano ad un unico genere musicale io non sono mai stato così. Amavo gli Zeppelin tanto quanto i Bee Gees, gli Abba e i Sister Sledge, per non parlare degli appariscenti gruppi degli anni 80 in cui ero adolescente. Il mio percorso musicale è sempre stato come un viaggio in cui raramente ci sono state soste. Ancora oggi sono interessato alla musica attuale e l’ascolto tutti i giorni. È fantastico ciò che fanno i nuovi impulsi della nuova musica e cerco di incorporarli nelle mie nuove composizioni.

Chi ti ha aiutato di più nel tuo percorso?
Non c’è stata una persona in particolare che mi ha aiutato nel mio percorso musicale. Tendo a credere sia stata la totalità di ciò che mi circondava, incluse le persone, ad incoraggiare ed accrescere il mio sviluppo musicale. Merito dei miei genitori, il mio insegnante di musica, il direttore della big band in cui suonavo in giovane età e molti, molti altri ancora. Credo sia molto importante dare ai bambini il sostegno e gli strumenti per appassionarsi alla musica.

Quali sono le tue attività oggigiorno?
Dopo aver lavorato per parecchi anni in una grossa clinica universitaria nel campo della chirurgia oncologica tuttora esercito la professione nel mio piccolo studio nella periferia nella città di Ulm, situata nel sud della Germania (tra Stoccarda e Monaco). Oggigiorno aiuto chi soffre di malattie mentali, chi ha subito esperienze traumatiche e chi soffre di patologie depressive.
Amo il mio lavoro e sono molto grato nei confronti dei miei genitori che mi hanno lasciato libertà e sostenuto nella mia passione per la musica aiutandomi a diventare anche un musicista ed un cantante.

Cosa bolle in pentola dottore?
Attualmente sto lavorando alle canzoni per un nuovo album. Ho già scritto circa ventiquattro canzoni e registrato le demo. Al momento sto scegliendo le canzoni che approderanno in studio di registrazione per poi essere pubblicate. Probabilmente rilascerò due singoli in anteprima. In ogni caso tutte le canzoni tratteranno grandi temi esistenziali di cui mi occupo tutti i giorni nella mia vita professionale.
In definitiva, la nostra vita è un lungo percorso di accettazione dopo il quale lasciamo questa fase terrena. Fino ad allora dobbiamo affrontare molte sfide ed ognuna di esse merita una canzone…

Un messaggio per i nostri lettori?
La vita non è una prova generale.
Accetta la vita e dai il massimo per lei, qualunque cosa significhi.

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