C’è chi rincorre l’onda del momento, e chi, come Giulio Cesare, decide di cavalcare la propria. “Baggio”, il nuovo singolo uscito il 23 maggio, è la dimostrazione di come un artista possa evolvere senza perdere autenticità. Dopo la ballad “Nuvole distratte”, che ha superato i 100.000 stream su Spotify, Giulio cambia registro con una traccia più cruda, viscerale e potente.
“È il mio singolo dei singoli”, afferma lui stesso. E non è solo una frase d’effetto. “Baggio” è un colpo diretto allo stomaco, un brano in cui le chitarre – suonate da Phil Palmer – prendono il comando. Il sound, curato da Francesco Arpino, è fortemente influenzato da atmosfere indie-rock e pop-rock britanniche, con un respiro internazionale difficile da ignorare.
Ma non è solo questione di suoni. “Baggio” è un pezzo che trasmette urgenza, personalità, bisogno di affermare una propria voce in un panorama musicale spesso troppo omologato. Giulio Cesare non cerca il tormentone, ma racconta sé stesso, con coerenza e impatto.
Il videoclip ufficiale, diretto da Lorenzo Catapano, è un ulteriore elemento distintivo. Protagonista la modella e influencer Valentina Vignali, scelta non solo per la sua popolarità (oltre 2,6 milioni di follower), ma per la forza narrativa della sua immagine, in linea con il brano.
Giulio Cesare non è un artista qualunque. Dietro il nome c’è Giulio Marchetti, musicista e poeta con all’attivo otto libri pubblicati, collaborazioni con nomi del calibro di Leo Pari e Achille Lauro, e mostre curate da Gianluca Marziani, storico curatore di Banksy in Italia.
“Baggio” conferma la sua maturità artistica, capace di unire scrittura, musica e immagine in un’unica visione. E il pubblico – dai follower ai critici – inizia a rendersene conto.
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