Nel giorno del compleanno si può scegliere di ricominciare. È questo il nucleo emotivo del brano firmato dai Sesto Senso, primo singolo registrato con la formazione attuale. Un equilibrio tra fragilità e forza che parla a tutti. Nell’intervista, emerge il valore del tempo e del fare musica insieme.
Un caro saluto a voi, ragazzi. Se doveste descrivere “Un giorno in più” con tre parole, quali sarebbero?
Riflessiva, Resiliente, Spontanea.
Come avete lavorato all’arrangiamento? Qual è stata la parte più spontanea e quella più pensata?
Le nostre canzoni nascono spontaneamente, sono scritte di getto, nate tutte da una spinta emotiva. Poi le proviamo tante volte e di solito dopo un’oretta abbiamo già l’arrangiamento grezzo. Dopo ci mettiamo a studiare per creare l’arrangiamento finale e ognuno ci mette il suo. Questa canzone è un mix tra perfezionismo e spontaneità. Le parti più pensate sono sicuramente l’intro (totalmente diverso) e il solo di chitarra che non era proprio previsto.
C’è un verso del brano che vorreste portare all’attenzione del pubblico?
Si, la parte in cui dice “son rimasto da solo a guardarmi stupito, a cercare risposte anche se non dovevo” perché descrive quel momento nella vita in cui ti rendi conto che per alcune situazioni non esiste risposta, non c’è soluzione, per quanto ti sforzi a cercarne una. Nietzsche dice che “sopravvivere è trovare un senso nella sofferenza” e cioè essere abbastanza saggio da sorridere anche nelle difficoltà.
State pensando di esibirvi dal vivo?
Si, ci stiamo preparando bene per questo! Stiamo lavorando su un nuovo spettacolo e speriamo di regalarlo presto al nostro pubblico.