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Moder: il fascino metropolitano degli “Acrobati”

Un Ep breve ma decisamente intenso questo nuovo lavoro di Moder figlio dell’istinto che arriva inarginabile durante la notte, istinto e irrequietezza anche forse dettati dal tempo apocalittico che stiamo vivendo. E lui ci dice “Siamo acrobati goffi, angeli monchi, in bilico su corde sdrucite e in fondo va bene così”… ed è un suono urbano, metropolitano, di periferia, di rap e R’n’B che fortemente si affida al classicismo di qualche anno fa congelando il futuro e le sue troppo omologate forse di “innovazione”. Moder ha la forza e il fascino della semplicità: e questo “Acrobati” lo sento davvero come un disco di passaggio, acido ed eterno come un momento di passaggio… e dal passaggio si arriva all’emancipazione.

La pandemia ha davvero ispirato ogni angolo di questo disco credo… partiamo da qui, ti va? Un disco che è fotografia o a suo modo vittima di questo tempo?
La pandemia mi ha obbligato a immergermi nella musica, questo ep non è una fotografia della pandemia direi più un viaggio a 5 puntate per cercare aria oltre quelle mura che ci hanno rinchiusi. La musica è sempre un dono non può essere vittima di nulla, poi in questo caso le vittime reali sono tante….

Brani scritti di getto in una notte intera… quanto hai lasciato all’ispirazione del momento e quanto invece hai misurato col centimetro?
Misuro sempre ogni millimetro dei miei pezzi dopo le sessioni di scrittura c’è una parte importante di intarsio dei dettagli.

Un disco che poi vanta belle e rinnovate collaborazioni. In qualche modo anche questo ha alleviato le distanze…
Sì ho collaborato con gente che stimo da anni, tutti giovanissimi e talentuosi, la pandemia mi ha spinto ad aprirmi artisticamente e mi sono reso conto che non avevo collaborato con persone che ho sempre stimato profondamente, ho solo colto l’occasione colmare questo gap. Ogni pezzo è stato un lavoro collettivo e ringrazio ogni amico che mi ha regalato tempo e talento.

Oggi Moder pensi sia un artista diverso? Hai trovato il tuo personale equilibrio in questo mondo in cui anche gli “acrobati” più importanti hanno vacillato?
Io rischio sempre di cadere, credo sia quello il mio personale equilibrio, continuare a mettermi alla prova su quella corda, in fondo farsi male è parte del gioco.

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